Il think thank Ecco: i grandi del G7 su transizione e finanza per il clima

Briefing online per discutere le prospettive per l’incontro ministeriale sul clima che si terrà a Torino dal 28 al 30 aprile.
La Redazione

Martedì 23 aprile, il think thank Ecco ha tenuto un briefing online per discutere le prospettive per l’incontro ministeriale sul clima che si terrà a Torino dal 28 al 30 aprile. Dopo l’impegno unanime dei quasi 200 Paesi alla Cop28 di Dubai per l’abbandono graduale delle fonti fossili, il G7 si prepara a svolgere un ruolo chiave. Infatti, proprio a Torino, i membri del G7 dimostreranno come intendono tradurre gli impegni presi a Dubai. Il G7 di quest’anno si colloca all’interno della “strada per Belém”, un percorso che si concluderà alla Cop30 in Brasile nel 2025. Ma prima ci sarà la COP29 di Baku a novembre, dove si discuterà anche di finanza per il clima.
Luca Bergamaschi, direttore e co-fondatore di Ecco, il think tank italiano indipendente per il clima, e Andrea Ghianda, responsabile della comunicazione di Ecco, si sono confrontati su punti di forza e criticità.
Ecco ha evidenziato che i Paesi del G7 dovranno spiegare come intendono sostenere la propria transizione e allo stesso tempo supportare questo sforzo a livello globale”, ma “dovranno anche dare un chiaro segnale sulla transizione e sulla finanza per clima”.
Secondo Ecco, “sono tre i pilastri” su cui sarà giudicato il successo del G7 di Torino: 1) un accordo su un quadro strategico finalizzato alla progettazione e allo sviluppo di piani di transizione nazionali per l’intera economia, allineati all’obiettivo di contenimento dell’aumento della temperatura di 1,5 gradi centigradi; 2) la strada concreta su come i Paesi G7 intendono intraprendere la transizione dal carbone, dal petrolio e dal gas verso le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, le due grandi priorità emerse dalla Cop28; 3) un supporto per facilitare la transizione energetica e la resilienza a livello globale. Ciò passa da impegni per aumentare i flussi finanziari diretti ai Paesi in via di sviluppo, oltre a una profonda revisione delle regole finanziarie attuali.
L’Italia, come presidenza di turno, “non potrà non vedere il legame fra i temi del G7 e la sua strategia di cooperazione allo sviluppo per l’Africa attraverso il Piano Mattei”, osserva il think tank, rilevando che “il rischio più grande per l’Italia è di dedicare troppa attenzione politica a tecnologie marginali per la decarbonizzazione dell’economia, come i biocombustibili, o del tutto assenti nel sistema italiano, come il nucleare, invece di puntare su soluzioni vincenti per i cittadini e le imprese italiane, come rinnovabili e efficienza”.

La Redazione
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