Riceviamo e pubblichiamo l’articolo vincitore (ex aequo) del concorso italiano all’interno del programma internazionale Young Reporter for Environment, promosso dalla Foundation for Environmental Education (FEE). L’articolo, redatto dalla classe 2^ E della Scuola Secondaria di I Grado dell’ISC Nord di San Benedetto del Tronto, ha superato la fase nazionale e parteciperà alla selezione internazionale.
Titolo: La biodiversità e la presenza di microplastiche nell’ambiente marino: il caso di San Benedetto del Tronto
Durante l’anno scolastico 2023/2024, la classe 2^ E della Scuola Secondaria di I Grado dell’ISC Nord di San Benedetto del Tronto ha condotto un’indagine relativa alla biodiversità e all’inquinamento marino locale.
L’idea è nata dalla curiosità di uno studente, mossa da un servizio del TGMarche in cui si raccontava l’esperienza di una biologa marina sambenedettese, Martina Capriotti, esploratrice per National Geographic, ricercatrice della campagna Sky Ocean Rescue e presso l’Università degli Studi di Camerino e Università del Connecticut.
Il giorno 16 febbraio 2024 la dottoressa è stata accolta in classe e ha presentato i risultati delle sue ricerche relative alla presenza di microplastiche nel Mare Adriatico. Rispondendo alle domande poste, la biologa ha spiegato che è difficile stabilire quale mare sia più “sporco”, poiché le acque sono tutte collegate e gli inquinanti viaggiano con le correnti. Le baie sono zone protette e ci si “accumulano più rifiuti perché hanno difficoltà ad essere veicolati fuori da quel bacino”.
Ma cosa sono le microplastiche? Queste possono essere “classificate come primarie e secondarie. Le prime sono quelle che diventano così piccole (inferiori ai 5 mm) prima di entrare in mare, le seconde diventano così piccole quando un pezzo di plastica è già nel mare”.
Le microplastiche presenti nelle acque provengono da prodotti di uso quotidiano, come le microsfere contenute nel dentifricio o le microfibre dei tessuti sintetici scaricate dalle lavatrici. La spiegazione è stata accompagnata dalla visione di campioni raccolti anche sulla spiaggia della città, permettendo di scoprire i pellet o nurdles, detti anche lacrime di sirena, piccole “perle” di plastica appartenenti alle microplastiche primarie.
Successivamente, l’attenzione si è concentrata sulla Riserva Naturale Regionale Sentina, la più piccola area protetta marchigiana, nella parte sud di San Benedetto del Tronto. Questa preziosa zona offre ambienti unici, come “cordoni sabbiosi, zone umide retrodunali, e praterie salmastre che ospitano una ricca e peculiare flora ormai scomparsa in quasi tutto il litorale adriatico devastato dall’antropizzazione”.
Nell’analizzare il sito, la biologa ha notato una maggiore presenza di microplastiche lontane diverse miglia dalla costa, a causa delle correnti. Gli studenti hanno domandato quale fosse la differenza tra aree turistiche e aree protette, come la Sentina, e la dottoressa ha puntualizzato che le microplastiche rilevate nelle prime non dipendono dai turisti, perché non restano abbastanza a lungo per causare danni seri.
La Riserva ospita una vegetazione molto variegata e diverse categorie di animali, così al fine di esaminare la biodiversità locale, è stato effettuato il laboratorio “Eco-lab” proposto da Marche a Rifiuti Zero, all’interno del programma Eco-schools, svolto nelle ore di Tecnologia.
Durante l’incontro del 13 marzo 2024, Cristina Farnesi ha illustrato il tema, definendo la biodiversità come la varietà ecosistemica, ovvero la diversità tra le varie specie di flora e fauna. Un ecosistema è l’insieme di tutti gli organismi viventi in un determinato territorio.
In seguito, la classe è stata divisa in 5 gruppi e la dottoressa ha distribuito ad ognuno di essi una diversa specie di pianta locale, accompagnata da un fascicolo contenente informazioni utili alla classificazione delle foglie.
In conclusione, queste ultime sono state esaminate al microscopio per accertare il colore e la forma e sono stati esposti i risultati di ogni gruppo. Con l’obiettivo di unire l’analisi della biodiversità e dell’inquinamento del Mare Adriatico, il giorno 27 marzo 2024, la classe ha effettuato un’uscita didattica alla Sentina. La guida Sabina Evangelisti ha raccontato che la Riserva è stata istituita il 14 dicembre 2004, nel 2008 sono state compiute numerose opere di bonifica e tra il 2010 e il 2011 sono state inserite nuove specie di flora, come ad esempio il limonio, e fauna, come l’uccello Cavaliere d’Italia. Entrambe le specie citate si sviluppano vicino ad ambienti lacustri, infatti, oltre alla presenza del Mare Adriatico e del fiume Tronto (che segna il confine sud della regione), un tempo c’erano dei laghi naturali, scomparsi a causa di bonifiche e ripristinati grazie al progetto Life+Re.S.C.We.
A livello architettonico, è possibile osservare la “Torre sul porto”, fortino costruito nel 1543, come torre d’avvistamento, e utilizzato come luogo di soggiorno per i malati durante la peste del ‘600.
Infine, è stata svolta una passeggiata ecologica sulla spiaggia, allo scopo di raccogliere microplastiche e altri materiali inquinanti: sono stati ritrovati molti dei campioni presentati dalla dottoressa Capriotti, come i pellet.
L’escursione alla Sentina è servita anche per riflettere sulle fonti di energia rinnovabili che è possibile sfruttare e, ricordando un progetto svolto in passato proprio nella Riserva, gli alunni hanno realizzato un forno solare e hanno sperimentato la cottura di un uovo.
Questo semplice e rudimentale esperimento ha fatto comprendere la potenza dell’energia solare e quanto è possibile fare nel nostro piccolo.
L’intero progetto ha permesso di sviluppare una maggiore consapevolezza circa la propria impronta ecologica e il lavoro di gruppo ha promosso lo spirito d’iniziativa di ciascuno, la partecipazione attiva e la condivisione. Il cambiamento siamo noi!