Eni e la sfida della Just Transition fra innovazione, competenze e alleanze

il 17 settembre l'evento è stato ospitato nello spazio Eni del Gazometro a Roma. Università, centri di ricerca, aziende, istituzioni e organizzazioni hanno condiviso una visione di crescita che unisce competitività, tutela dell’ambiente e centralità delle persone
La Redazione

Sostenibilità, innovazione e inclusione sociale: sono i temi affrontati all’evento “Eni for a Just Transition”, ospitato nello spazio Eni del Gazometro a Roma. Un confronto concreto tra mondo industriale, accademico e associativo per riflettere su come rendere la transizione energetica un processo giusto, equo e partecipato. Dal ruolo della tecnologia all’urgenza di formare nuove competenze, fino ai progetti territoriali come quello di Ravenna, l’evento ha offerto spunti reali su come trasformare i modelli di impresa e costruire alleanze sostenibili.

Durante l’evento Eni for a Just Transition, che si è tenuto il 17 settembre 2025, università, centri di ricerca, aziende, istituzioni e organizzazioni hanno dialogato insieme a Eni, condividendo una visione di crescita che unisce competitività, tutela dell’ambiente e centralità delle persone, valorizzando i territori e il loro patrimonio di conoscenze. La transizione energetica avviene con i tempi dell’industria e deve avere un equilibrio economico finanziario, ha ricordato Francesco Gattei (Chief Transition & Financial Officer di Eni). Tecnologia, sviluppo industriale e innovazione finanziaria si uniscono per perseguire la transizione: su questa base Eni ha sviluppato il modello satellitare.

Come passare dalla strategia alla realizzazione pratica della trasformazione industriale in Italia? Innovare per la sostenibilità significa ripensare modelli d’impresa e catene del valore: non solo tecnologia, ma processi, design organizzativo e cultura, capaci di creare valore per persone e territori. Giuseppe Ricci (Chief Operating Officer Industrial Transformation di Eni) ha sottolineato come sia necessario mettere insieme consapevolezza, coraggio e capacità di coniugare la dimensione ambientale, economica e sociale. Sandro Trento (Direttore School of Innovation dell’Università di Trento) ha confermato la necessità di perseguire una sostenibilità non ideologica ma concreta che tenga insieme le tre dimensioni di valore. Un esempio? La bioraffinazione come modello evolutivo e innovativo con cui anche Eni contribuisce a rendere più sostenibile il settore della mobilità.

L’adozione e l’applicazione di nuove tecnologie, inclusa l’Intelligenza Artificiale, crea valore per le persone e l’ambiente. Ma non può prescindere da una governance efficace: per portare avanti questa trasformazione è fondamentale la centralità dell’essere umano, ha spiegato Alessandra Fidanzi (Responsabile Data, AI & Agile Experience Center of Excellence di Eni). La promozione di un ecosistema tecnologico aperto e collaborativo, insieme alla centralità delle partnership, consente di amplificare i benefici ambientali e sociali. Per esempio, nell’ambito “safety” possiamo ottenere impianti più sicuri per chi ci lavora e minori impatti per l’ambiente. Secondo Oreste Pollicino (Professore ordinario di Diritto costituzionale e Regolazione dell’Intelligenza Artificiale, Università Bocconi), c’è un passaggio da automazione ad autonomia. L’autonomia dell’IA generativa va a toccare il principio della persona al centro: questa è la sfida da contestualizzare all’interno delle aziende.

La transizione energetica posiziona le persone al centro del processo di cambiamento, la trasformazione energetica e tecnologica che stiamo vivendo sta ridefinendo le competenze necessarie nel mondo del lavoro e l’attrazione dei talenti: nuove figure professionali, percorsi formativi co-progettati tra imprese e università, nuovi sistemi collaborativi. Per Luca De Santis (Responsabile Risorse Umane e Organizzazione di Eni) le persone devono farsi parte attiva del cambiamento e le partnership con il mondo accademico e con le istituzioni sono fondamentali. Nell’ambito del progetto ROAD, anche Andrea Belli (Responsabile della Formazione Tecnica del Gruppo Acea) conferma la centralità delle collaborazioni perché ogni impresa possa mettere a disposizione il proprio know how creando un’economia circolare delle competenze.

Un laboratorio di collaborazione dove innovazione industriale e alleanze locali rendono concreta la transizione energetica. Ravenna rappresenta qualcosa che è stato, è e sarà, ha ricordato Francesca Zarri (Responsabile Italia della Direzione Upstream di Eni). L’esempio di un territorio che accompagna l’industria nella sua trasformazione, la abilita per l’esportazione del modello all’estero. Oscar Guerra (Amministratore Delegato Rosetti Marino SpA) fa emergere il cambio di paradigma e di scala attuabile anche grazie a iniziative come Open-es. La presenza storica di Eni attiva un modello di sinergie replicabile in altri distretti.

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