La produzione di rifiuti solidi nelle città (esclusi quelli industriali) passerà dalle 2,3 miliardi di tonnellate nel 2023 a 3,8 miliardi di tonnellate entro il 2050. Questo implicherà costi per 640,3 miliardi di dollari all’anno da qui alla metà del secolo, ovvero il 75% in più rispetto a quelli registrati nel 2020 per 2,1 miliardi di tonnellate. I dati emergono dal “Global Waste Management Outlook 2024” dell’Unep, l’agenzia per la protezione ambientale dell’Onu. Il rapporto fornisce un aggiornamento sulla produzione globale di rifiuti, sul costo dei rifiuti e sulla loro gestione dal 2018. L’analisi utilizza valutazioni del ciclo di vita dei rifiuti per esplorare ciò che il mondo potrebbe guadagnare o perdere adottando o meno misure intermedie o impegnandosi completamente per società a zero rifiuti e ad economia circolare.
Tra i costi, 443 miliardi di dollari riguardan le esternalità, come la perdita di biodiversità, i gas serra prodotti dalla decomposizione dei rifiuti organici e l’inquinamento che contribuirà a una cifra tra 400.000 e un milione di morti all’anno. A subire i danni maggiori saranno l’Asia e l’Africa sub-sahariana, dove molti Paesi stanno già lottando per smaltire i propri scarti e quelli delle economie occidentali.
L’applicazione di corrette misure di prevenzione e di gestione dei rifiuti, secondo lo studio, potrebbe limitare i costi annuali entro il 2050 a 270,2 miliardi di dollari. Nel caso in cui, pur mantenendo i ritmi attuali di crescita globale, la produzione di scarti dovesse diminuire tramite pratiche di economia circolare, si potrebbe addirittura arrivare a un guadagno di netto di 108,5 miliardi di dollari all’anno.
Unep su impennata costi per smaltimento rifiuti: 640 miliardi all’anno
A subire i danni maggiori saranno l'Asia e l'Africa sub-sahariana, dove molti Paesi stanno già lottando per smaltire i propri scarti e quelli delle economie occidentali.
La Redazione
La Redazione
Dal Mondo
Per saperne di più: