Banco Alimentare sceglie l’energia rinnovabile per le sue sedi regionali, avviando un percorso virtuoso che consente un abbattimento dei costi di mantenimento delle strutture e un ulteriore risparmio di CO2, che si va ad aggiungere a quello ottenuto attraverso il recupero del cibo. La realizzazione di impianti fotovoltaici a Parma, Genova, Udine, Sassari, Taranto e Pescara ha già consentito da inizio anno un risparmio di 20mila euro e di circa 22 tonnellate di CO2, con una produzione di quasi 50.000 KwH.
“Questi nuovi impianti sono un contributo alla lotta contro il cambiamento climatico e ci permettono di realizzare un significativo risparmio economico, liberando risorse che vengono reinvestite per potenziare la nostra attività di recupero e migliorare i servizi offerti alle strutture caritative che assistiamo e di conseguenza alle tante persone in stato di bisogno. Questo traguardo è frutto di una visione orientata non solo all’efficienza operativa, ma anche alla sostenibilità. Continueremo, grazie alla sensibilità dei nostri sostenitori, a promuovere innovazione e pratiche con l’obiettivo di potenziare il nostro impegno nella lotta contro lo spreco alimentare e la fame, ma anche dimostrare come le organizzazioni possono operare in armonia con il creato” – ha spiegato Giovanni Bruno, Presidente di Fondazione Banco Alimentare.
Una visione di ecologia integrale, che unisce la difesa della giustizia sociale alle tematiche più strettamente ambientali, con forti nessi con la mission di Banco Alimentare che ridistribuisce gratuitamente le eccedenze alimentari recuperate da tutta la filiera agroalimentare a oltre 7.600 organizzazioni partner territoriali convenzionate per 1.750.000 persone in difficoltà, con un impatto concreto e positivo sulla sostenibilità ambientale: sono state 68.838 le tonnellate di CO2 salvate ed evitate grazie all’attività di Banco Alimentare nel 2023.
Banco Alimentare sceglie la sostenibilità: abbattimento dei costi delle strutture e un ulteriore risparmio di CO2
La realizzazione di impianti fotovoltaici a Parma, Genova, Udine, Sassari, Taranto e Pescara ha già consentito da inizio anno un risparmio di 20mila euro e di circa 22 tonnellate di CO2, con una produzione di quasi 50.000 KwH.
La Redazione
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