Si celebra oggi la Giornata internazionale del Mar Mediterraneo, istituita dalle Nazioni Unite per valorizzare gli oceani e il mare quali beni da proteggere e preservare, al fine di contrastare il crescente tasso di inquinamento e garantire un futuro per le generazioni a venire.
Il Mediterraneo custodisce una preziosa quota della biodiversità marina globale: pur avendo una superficie di circa l’1% di tutti gli oceani, ospita oltre 12.000 specie marine, tra il 4 e il 12% della biodiversità marina mondiale.
La Giornata di oggi – come ricorda il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – “è un’occasione per ricordarci che le risorse marine non sono inesauribili. E che le minacce a questi fragili e preziosi ambienti vengono da più parti: l’inquinamento da acque reflue, la diffusione di specie non indigene, le costruzioni costiere, i rifiuti e le microplastiche disperse, i cambiamenti climatici”.
L’Italia lo scorso dicembre ha sottoscritto l’Accordo di Montreal, che pone come obiettivo il cosiddetto 30by30, ovvero l’efficace conservazione e gestione del 30% delle aree terrestri, marine e costiere e delle acque interne entro il 2030. Il nostro Paese gestisce 29 aree marine protette e due parchi sommersi, per un totale di circa 228mila ettari di mare e 700 km di costa. Partecipa anche alla tutela del Santuario Pelagos, l’unica area protetta transfrontaliera dedicata alla protezione dei mammiferi marini del Mediterraneo, nella quale sono regolarmente osservate 8 specie di cetacei e persino la rarissima Foca monaca.
Con il progetto MER di Ispra, nell’ambito del Pnrr, l’Italia vuole inoltre realizzare interventi di recupero degli ambienti marini e mappare gli habitat superando i gap conoscitivi. “Serve però – ricorda ancora il ministero dell’Ambiente – anche l’impegno concreto di ognuno di noi: adottando ad esempio comportamenti corretti per evitare che i rifiuti finiscano nelle acque” o scegliendo di consumare specie ittiche pescate sostenibilmente o, ancora, utilizzando creme solari che garantiscano il minimo impatto sull’ambiente marino.
Celebrare il Mar Mediterraneo nella giornata internazionale dedicata vuol dire anche riflettere oggi “per prendere coscienza delle minacce a cui è sottoposto in maniera sempre più forte, e noi con lui”. Come annuncia oggi il Wwf, “ben l’87% del Mar Mediterraneo ha problemi di inquinamento, soprattutto legati a metalli tossici, sostanze chimiche industriali e rifiuti di plastica”. A causa dell’inquinamento non solo del mare ma anche delle acque dolci, dell’aria e del suolo, “la salute degli esseri umani è messa sempre più a rischio: negli ultimi due decenni i decessi causati dalle moderne forme di inquinamento sono aumentati del 66%, fino a raggiungere i 9 milioni di morti l’anno, il che rende l’inquinamento il principale fattore di rischio ambientale per malattie e morti premature a livello mondiale”. Dal nuovo sondaggio dell’Ue sul tema inquinamento, ambiente e salute pubblicato nei giorni scorsi, emerge che più di tre quarti degli europei (78%) pensa che le questioni ambientali abbiano un effetto diretto sulla loro vita quotidiana e sulla loro salute (il 55% degli italiani), mentre circa quattro intervistati su cinque (84%) concordano sul fatto che la legislazione ambientale dell’UE sia necessaria per proteggere l’ambiente nel loro Paese.