Dal 7 al 10 novembre alla Fiera di Rimini torna Ecomondo. L’evento è stato presentato nella sede di Unioncamere da Corrado Peraboni, amministratore delegato di IEG; Fabio Fava, presidente del Comitato tecnico scientifico della manifestazione; Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.
“L’Italia – ha dichiarato Pichetto Fratin – affronta oggi la sfida della decarbonizzazione con una grande consapevolezza e una visione strategica. Il nostro Piano Nazionale Integrato Clima ed Energia è giustamente ambizioso e insieme realistico: ad una crescita esponenziale delle rinnovabili deve corrispondere una transizione che non lasci indietro nessuno e che non imponga sacrifici insostenibili alle persone e ai settori produttivi. Ecomondo, un vero riferimento su tutti i temi ambientali ed energetici rappresenta quello sguardo sul futuro, sulle tecnologie, sulle migliori pratiche che sono vitali per raggiungere gli obiettivi climatici. Il Ministero, con un suo spazio dedicato e molte iniziative – conclude Pichetto – non mancherà di dare un contributo a questo racconto di un’Italia eccellente e pronta ad affermare la propria leadership”.
Anche quest’anno Ecomondo sarà aperta dagli Stati Generali della Green Economy, curati dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile e promossi dal Consiglio nazionale composto da 65 organizzazioni di imprese della green economy in Italia, in collaborazione con il MASE. Sono attesi oltre 1.500 brand espositori (+10% rispetto al 2022) per la 26esima edizione della manifestazione b2b2g di IEG, per la prima volta a tutto quartiere, dopo lo spin-off di KEY, salone delle fonti di energia rinnovabili avvenuto a marzo di quest’anno. Sono perciò oltre 150mila i metri quadrati lordi di esposizione. Più di 300 i buyer confermati, con profili altamente qualificati, che parteciperanno ad incontri d’affari con gli espositori di Ecomondo, grazie al supporto del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e di ICE Agenzia, che collaborano al network di oltre 20 regional advisor di IEG. I buyer provengono da Europa, Nord Africa, Africa Subsahariana, America Latina, Est Europa, Canada, Stati Uniti e India. A Rimini, inoltre, saranno presenti oltre 30 delegazioni con circa 280 delegati in rappresentanza di associazioni industriali, enti governativi, cluster, camere di commercio, rappresentanti istituzionali provenienti da Nord Africa, Africa Subsahariana, America Latina, Europa ed Est Europa.
Circa 170 saranno gli eventi nelle quattro giornate di manifestazione, 70 dei quali dal taglio scientifico, economico, tecnico e di scenario con la regia del Comitato tecnico scientifico in collaborazione con i principali partner istituzionali e tecnici della manifestazione, assieme al board internazionale che conta esperti di Commissione europea, OCSE, FAO, UfM, EEA, ISWA.
“Questa 26esima edizione di Ecomondo – afferma Corrado Peraboni, amministratore delegato di Italian Exhibition Group, organizzatore di Ecomondo – sarà la più grande di sempre. Sia per estensione di spazi espositivi, dato che coprirà il nostro quartiere fieristico per intero, sia per ricchezza di nuovi progetti. Ci sono tre ‘i’ che caratterizzano la visione di Ecomondo 2023: innovazione, internazionalità e inclusione. Sono tre pillar tematici importanti. Ecomondo diventa ecosistema della transizione ecologica che vive anche in altre regioni d’Italia e del mondo per presidiare nuovi mercati. Uno sviluppo internazionale che poi genera un ritorno importante in termini di visitazione estera sulla stessa manifestazione di Rimini. Lo ha fatto quest’anno a marzo con il Chengdu International Environmental Protection Expo in Cina e con la seconda edizione di Ecomondo Messico in aprile. In Italia abbiamo allargato la nostra community con una partnership più forte con il Green Med Symposium di Napoli. Con il brand Ecomondo portiamo l’innovazione tecnologica made in Italy nel mondo, anche in mercati promettenti per la green economy. La sfida per il futuro parte proprio dall’internazionalità: radicarci in Messico, in Sud America e in Cina. Per poi puntare al mercato nordamericano sulla spinta del piano Ira dell’amministrazione statunitense e, guardare con attenzione all’Africa, che proprio dalla Conferenza ministeriale africana sull’ambiente dello scorso anno ha iniziato a guardare all’economia circolare come a un fattore di sviluppo per il continente. Lo faremo con spirito inclusivo: cogliendone le opportunità, allargandone i risultati”.