Consegnati al Quirinale gli Eni Award. In 15 anni più di più di undicimila candidature

Il premio è considerato un punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca nei campi dell'energia e dell'ambiente e testimonia l'importanza che la ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica hanno per Eni.
La Redazione

Consegnati al Quirinale alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, gli Eni Award, arrivati quest’anno alla quindicesima edizione. La Cerimonia si è svolta nel Salone delle Feste ed è stata aperta dagli interventi del presidente di Eni, Giuseppe Zafarana e dall’ad Claudio Descalzi. Il premio è considerato un punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca nei campi dell’energia e dell’ambiente e testimonia l’importanza che la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica hanno per Eni.

Dall’istituzione del Premio nel 2008 a oggi, le candidature sono state più di undicimila. Alla cerimonia ha partecipato anche il premio Nobel per la Chimica 2023, Moungi Bawendi, con cui Eni dal 2009 ha collaborato in diversi ambiti che, all’epoca, erano considerati argomenti ‘di frontiera’ ed hanno consentito di accelerare l’acquisizione di conoscenze in alcuni settori.
La Commissione Scientifica, che ha valutato le ricerche presentate, è composta da scienziati che appartengono ai più avanzati istituti di ricerca a livello mondiale e negli anni ha visto la partecipazione di sei Premi Nobel.

Anche quest’anno Eni, attraverso Joule – la Scuola della società per l’Impresa – ha assegnato la Menzione speciale Eni Joule for Entrepreneurship, destinata a team, spin off universitari, startup e volta a favorire l’applicazione, la valorizzazione e il trasferimento delle tecnologie promuovendo nel contempo la creazione di un ecosistema dell’innovazione sostenibile.

La tecnologia, ha sottolineato Zafarana nel corso del suo intervento, “è alla base di ogni grande ‘transizione’ della storia umana: lo è in misura ancora maggiore per la transizione che stiamo vivendo oggi, che è guidata dal paradigma del cambiamento climatico. La tecnologia, infatti, può fungere da bussola che ci orienta, con approccio pragmatico e rigoroso, privo di pregiudizi e ideologie, nell’individuare le soluzioni verso un mondo gradualmente decarbonizzato, in un processo nel quale rimane cruciale la necessità di assicurare la sicurezza dell’energia e la competitività del nostro sistema economico”.

“Sicurezza energetica, competitività e decarbonizzazione – ha sottolineato Descalzi – sono tre lati di un triangolo che può essere equilatero solo attraverso la tecnologia. Infatti, sul fronte della sicurezza, la tecnologia contribuisce a trasformare il nostro sistema energetico ridimensionando il ruolo delle fonti tradizionali, in particolare rimpiazzando il petrolio. Supporta, inoltre, la competitività del settore industriale migliorando i processi e ottimizzando i costi; infine, guida la decarbonizzazione, permettendo lo sviluppo di nuove soluzioni energetiche che riducono nel complesso il nostro impatto sull’ambiente”.

Per la sezione Transizione Energetica, rivolta a ricerche nel campo dell’efficienza energetica nonché della cattura, utilizzo e sequestro dell’anidride carbonica, il premio è stato assegnato ex aequo a Yu Huang, della University of California (Los Angeles, Usa), per la ricerca Celle a combustibile a idrogeno economiche e sostenibili per la decarbonizzazione dei trasporti, e a Jeffrey R. Long, della University of California (Berkeley, Usa), per la ricerca Adsorbimento cooperativo in materiali Mof per la cattura di gas.  Nella sezione Frontiere dell’Energia, per ricerche sulle fonti rinnovabili e sullo stoccaggio dell’energia, il premio è stato assegnato a Matthew Rosseinsky della University of Liverpool (Uk) per il suo lavoro sulle Tecniche digitali per la progettazione e scoperta di materiali per l’energia di nuova generazione. Nella sezione Soluzioni Ambientali Avanzate, dedicata a valorizzare l’innovazione scientifica e tecnologica per la tutela e l’uso sostenibile delle risorse naturali, il premio è stato assegnato a Thalappil Pradeep dell’Indian Institute of Technology, Madras (India) per la sua ricerca relativa a Tecnologie accessibili per la potabilizzazione dell’acqua mediante materiali avanzati. Thalappil Pradeep ha scoperto nanomateriali per la rimozione dall’acqua di contaminanti tossici, quali l’arsenico e l’uranio, con i quali ha sviluppato una soluzione avanzata, sostenibile ed economica, per ottenere acqua potabile.

Per la categoria Giovane Ricercatore dell’Anno, che premia due ricercatori che hanno conseguito il dottorato di ricerca in università italiane, i riconoscimenti sono stati assegnati a Michele Ghini e Hilmar del Carmen Guzmán Medina.

La sezione Giovani Talenti dall’Africa, istituita nel 2017 in occasione del decennale di Eni Award e dedicata ai giovani talenti dal Continente Africano, conferisce, in questa edizione, quattro premi, assegnati a Gloria Amo-Duodu, della Durban University of Technology (Sud Africa), a Elshaday Mulu Fetene, della Moi University (Kenya), a Tsion Ayalew Kebede, della Addis Ababa University (Etiopia), e a Natnael Tilahun Sinshaw, della Addis Ababa Science and Technology University (Etiopia).

I premiati riceveranno una borsa di studio che permetterà loro di frequentare un corso di dottorato presso prestigiosi atenei italiani.

La Redazione
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