Altroconsumo ha realizzato un’indagine promossa dal Beuc, l’organizzazione dei consumatori europei di cui è parte, intervistando 1.028 cittadini sul tema del “greenwashing” dei loghi e slogan che promuovono la presunta sostenibilità dei prodotti. Dall’indagine emerge che il 92% degli intervistati cerca le informazioni ambientali in etichetta e il 35% lo fa spesso o molto spesso.
Ben l’86% viene influenzato da queste dichiarazioni nei propri acquisti, il 58% afferma di esserlo in parte e il 28% molto. Non solo, l’84% pensa che tutti i prodotti dovrebbero indicare qual è il loro impatto ambientale e il 59% preferisce acquistare un prodotto con un’etichetta ambientale rispetto a uno senza. I consumatori non si fidano molto, però, dei loghi che trovano in etichetta, anche perché non sempre sanno cosa significano e se sono attendibili. Spesso si tratta infatti di certificazioni volontarie, ma a volte sono semplici autodichiarazioni non controllate da enti terzi. Il 42% degli intervistati ritiene che le dichiarazioni ambientali non riflettano il reale impatto dei prodotti, mentre il 23% dichiara di aver avuto l’impressione di “greenwashing” nel leggerle. Il 48% smetterebbe di comprare da un brand se si rendesse conto che questo mostra informazioni false o non verificate sulla sostenibilità, mentre il 31% si sentirebbe manipolato. Dall’indagine emerge in generale la necessità di maggiore chiarezza e semplificazione (49%).