Fino al 22 novembre a Baku, in Azerbaigian, la Cop29 sul clima

Nell'agenda della Conferenza, oltre agli aiuti finanziari per i Paesi poveri, anche i piani nazionali di riduzione delle emissioni, i fondi per i danni climatici, le risorse per l'adattamento.
La Redazione

L’11 novembre si è aperta a Baku, in Azerbaigian, la conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop29), che terminerà il 22 novembre. L’incontro sarà dedicato principalmente alla cosiddetta “finanza climatica”, cioè agli aiuti economici con cui i paesi più ricchi e storicamente responsabili per le emissioni di gas serra si sono impegnati a sostenere quelli meno sviluppati dal punto di vista economico.
Nell’agenda della Conferenza, oltre agli aiuti finanziari per i Paesi poveri, anche i piani nazionali di riduzione delle emissioni, i fondi per i danni climatici, le risorse per l’adattamento.

Il ministro dell’ambiente azero Mukhtar Babayev, in apertura dei lavori, ha ricordato ai rappresentati dei 197 Paesi presenti che il mondo è “sulla strada della rovina” e che per il clima le persone stanno morendo, motivo per cui è fondamentale “tracciare un nuovo percorso”. Non solo, quest’anno, come hanno sostenuto Copernicus e l’Organizzazione meteorologica mondiale, probabilmente supereremo con +1,5 gradi di temperature i livelli preindustriali, e per i Paesi riuniti a Baku sarà “il momento della verità per l’accordo di Parigi”.

“Basta ritardi, tutelare il Creato per preservare la pace” – ha sottolineato Papa Francesco nel suo suo messaggio alla Cop 29, pronunciato dal Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin. “I dati scientifici a nostra disposizione non consentono ulteriori ritardi e rendono chiaro che la preservazione del Creato è una delle questioni più urgenti del nostro tempo. Dobbiamo anche riconoscere che è estremamente legata alla preservazione della pace. Dovremmo agire e vivere come membro di una unica famiglia che abita lo stesso villaggio globale interconnesso”.

La premier Giorgia Meloni, al vertice il 13 novembre, ha dichiarato: “Lavoriamo per una nuova diplomazia energetica per moltiplicare le opportunità di cooperazione tra il Nord e il Sud globale. I nostri destini sono interconnessi e dalle connessioni energetiche possiamo trarre grandi opportunità. Per questo, il nesso clima-energia è uno dei pilastri del nostro Piano Mattei per l’Africa, la strategia di cooperazione peer-to-peer che l’Italia sta perseguendo e che, con grande piacere, l’Azerbaijan, in qualità di presidente della Cop 29, ha valorizzato nell’ambito della iniziativa Climate for Peace. Per migliorare il processo di transizione energetica dobbiamo utilizzare tutte le tecnologie disponibili”. Il Presidente del Consiglio Meloni ha sottolineato che quelle tecnologie non sono solo le energie rinnovabili, ma anche il gas, i biocarburanti, l’idrogeno, la cattura del CO2 e, in futuro, la fusione nucleare per produrre energia pulita, sicura ed illimitata.

“Solo un drastico cambio di passo può evitare il rogo del Pianeta – ha detto Antonio Guterres, Segretario Generale dell’ONU – visto che è iniziato il conto alla rovescia finale, per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi. Il 2024 sarà quasi certamente il più caldo mai registrato e una vera lezione di distruzione climatica”.

Servono 6.500 miliardi di dollari all’anno in media fino al 2030 per raggiungere gli obiettivi climatici globali. Di questa cifra, 1.300 miliardi servono per i paesi emergenti e in via di sviluppo (Emdc) diversi dalla Cina. E’ quanto si legge nel terzo rapporto del “Gruppo di esperti indipendenti di alto livello sulla finanza climatica”, presentato alla Cop29 di Baku nella giornata di oggi dedicata a finanza, investimenti e commercio. Il Gruppo di esperti è un organismo di consulenza delle Cop dal 2021, sostenuto dalla Brokings Institution e dalla London School of Economics. Secondo il rapporto occorre triplicare il fondo da 100 miliardi di dollari previsto dall’Accordo di Parigi e in scadenza nel 2025, concentrandosi sulle sovvenzioni e non sui prestiti. Occorre poi aumentare i finanziamenti da parte delle banche multilaterali di sviluppo, che dichiarano di essere in grado di erogare 120 miliardi di dollari all’anno. Serve un aumento degli investimenti del settore privato, e occorre coinvolgere i principali Paesi in via di sviluppo che sono in grado di fornire sostegno finanziario. Il maggior aumento degli investimenti secondo il rapporto è richiesto nei paesi emergenti e in via di sviluppo diversi dalla Cina.

Intanto si apprende che il governo argentino ha ritirato la propria delegazione dalla 29esima Conferenza delle Nazioni Unite.

La Redazione
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