Intervista al Presidente Claudio Mazza: dalle disabilità ai bisogni

La Foundation for Environmental Education (FEE) assegna ogni anno in 51 paesi il riconoscimento della Bandiera Blu ai Comuni rivieraschi. “L’accessibilità è un criterio imperativo per le località BB”.
Rosalba Teodosio

In occasione della Conferenza Internazionale sul Turismo Accessibile organizzata dall’UNWTO nella Repubblica di San Marino, durante i due giorni di panel, abbiamo incontrato Claudio Mazza, il Presidente della fondazione FEE Italia, Foundation for Environmental Education, che ogni anno assegna, tra gli altri, il riconoscimento della Bandiera Blu ai Comuni rivieraschi italiani.

Presidente, da sempre il tema dell’accessibilità è un punto centrale del Programma Bandiera Blu, su cui la Fondazione ha chiamato le amministrazioni comunali a riflettere e confrontarsi. Pensiamo per esempio all’ultimo incontro tecnico: il focus ha interessato proprio l’aspetto dell’accessibilità. Cosa rappresenta per Bandiera Blu?

Per il programma Bandiera Blu in tutto il mondo l’aspetto dell’accessibilità è sempre stato un punto prioritario ed è un criterio imperativo nella sua assegnazione. Nel percorso di sostenibilità che i comuni intraprendono, La Fondazione li affianca anche su questo tema, portandoli a far crescere la qualità dei servizi insieme agli operatori presenti sul territorio. Una località che vuole essere definita come ospitale e accogliente deve garantire l’accessibilità per tutti. Le località Bandiera Blu devono necessariamente avere spiagge che siano accessibili, il turismo si è oramai affermato come un bisogno primario e dobbiamo pensare a servizi e strutture che consentano a tutti di trascorrere una vacanza piacevole, senza ostacoli e in autonomia. Dobbiamo concentrarci sull’ospite, sulle sue esigenze e sbagliamo quando accomuniamo il turismo accessibile alle sole persone con disabilità, quando per esempio l’invecchiamento della popolazione ci richiede necessariamente una maggiore attenzione alla qualità degli ambienti, degli spazi e dei servizi. Dobbiamo passare dalle disabilità ai bisogni.

Occorre quindi realizzare un vero cambiamento culturale?

Non dobbiamo lavorare sulle sole barriere architettoniche, vanno superate quelle culturali, dobbiamo ragionare di inclusione, il concetto di accessibilità è forse più facilmente comprensibile perché agisce sul piano materiale, riguarda principalmente tutta una serie di aspetti   tecnici; mentre l’inclusione riguarda essenzialmente il rapporto con l’altro, con l’ambiente in cui si vive e agisce principalmente sul piano immateriale. Si deve partire a monte secondo l’approccio dell’Universal Design, una concezione moderna della progettazione che vuole creare prodotti, spazi e servizi utilizzabili da tutti, da tutte le persone senza alcuna limitazione, indipendentemente dall’età o dalle loro capacità fisiche, cognitive e sensoriali, senza bisogno di adattamenti. È fuori di dubbio, quando parliamo di turismo, che rendere un luogo pienamente accessibile innalza la qualità del servizio e porta benefici a tutti.

Torniamo alle spiagge. Quali sono i requisiti che una spiaggia accessibile dovrebbe possedere?

Iniziamo col dire che durante una vacanza al mare, la spiaggia è il luogo dove si passa la maggior parte della giornata. Occorre quindi, a beneficio dell’intera vacanza, che la spiaggia sia pienamente godibile da tutti. In FEE siamo molto impegnati con Bandiera Blu a promuovere attivamente le infrastrutture sostenibili e la costruzione di accessi per le persone con disabilità,  a far sì che, si impari a ragionare di inclusione, immaginando degli stabilimenti balneari che siano completamente vivibili, in tutti i loro passaggi, fin dal momento in cui ci si arriva: posti auto esterni dunque, percorsi di accesso al mare e ai servizi, adeguati accessi alle docce, al bar, ai punti di ristorazione, ai bagni, agli spogliatoi, percorsi alle piazzole e agli ombrelloni, presenza di ausili per l’accesso al mare. Anche la comunicazione e l’informazione rappresentano aspetti essenziali: è indispensabile una corretta informazione sull’accesso alla spiaggia e sui servizi.  Non dobbiamo infine dimenticarci l’importanza del personale qualificato. Ricerche svolte hanno messo in evidenza che la mancanza di personale formato nell’interagire con persone portatrici di bisogni speciali rende spesso vani gli sforzi intrapresi per adeguare una struttura turistica accessibile.

I Comuni stanno riuscendo a vincere la sfida dell’accessibilità?

L’impostazione che Bandiera Blu propone come percorso, è quella del miglioramento continuo, consentendo che anche standard qualitativi minimi di accesso, vengano portati a raggiungere l’eccellenza.  In Italia sono molti i casi di amministrazioni virtuose che insieme agli operatori turistico balneari hanno lavorato benissimo in tal senso, che hanno messo in atto buone pratiche che è possibile trasferire in altre realtà. Fermo restando che tutti i Comuni Bandiera Blu comprendono spiagge accessibili. È fuori di dubbio, e i comuni ne sono consapevoli, che fornendo un servizio migliore per tutti, le spiagge accessibili danno un vantaggio competitivo alle destinazioni.

Bandiera Blu come occasione per crescere, sempre e in ogni aspetto relativo alla sostenibilità.

Ed è proprio di sostenibilità che dobbiamo ragionare. Ma quando parliamo di sostenibilità dobbiamo interpretarla alla luce dell’Agenda 2030, in cui il tema dell’inclusione è assolutamente trasversale e centrale.

Rosalba Teodosio

Rosalba Teodosio
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