E’ stato firmato oggi a Roma, presso la sede del Cnr, l’Accordo europeo per uno stretto dialogo tra famiglie politiche e comunità scientifica: tra i punti dell’accordo – fanno sapere in una nota i promotori – c’è la creazione di organismi consultivi scientifici nazionali su clima e biodiversità ove non esistano, come in Italia.
Il ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, che aveva ricevuto il progetto di Consiglio Scientifico Clima e Ambiente cui si sono impegnati, alla vigilia delle scorse elezioni politiche, tutti i partiti, è intervenuto alla firma per annunciare il via libera del ministero all’inizio dell’iter parlamentare.
“Siamo molto lieti che il convegno abbia portato subito un primo risultato concreto – dice Roberto Barbiero, vicepresidente della Società Italiana per le Scienze del Clima, tra i promotori dell’iniziativa – Quella di costituire organi consultivi nazionali su clima e ambiente è una raccomandazione che viene dalla Legge sul clima europea e ringraziamo fortemente il ministro per aver valutato la compatibilità del nuovo organo con gli assetti amministrativi esistenti e per aver dato il suo placet: è un passo importante per un dialogo più stretto tra scienza e istituzioni in una materia decisiva per il nostro futuro”.
“La crisi del clima e della biodiversità – avverte Jochem Martozke, direttore del Deutsches Klima Konsortium, tra i promotori – rischia di inghiottire risorse sempre crescenti, privando i cittadini europei della possibilità stessa di scegliere il loro futuro. Per questo è fondamentale che, come abbiamo proposto nel nostro accordo, tutte le famiglie europee concordino sul rispetto degli obiettivi scientificamente necessari ad evitare gli effetti più gravi: così come è opportuno invece che si confrontino e anche si dividano sugli strumenti per raggiungere questi obiettivi, che la comunità scientifica è tenuta ad offrire nel più ampio ventaglio possibile; è da questo dibattito infatti che si potranno individuare gli strumenti più efficaci e meno impattanti sui cittadini e si creerà il consenso sociale necessario a metterli in atto”.
“Il nostro accordo – spiega Sissi Knispel De Agosto, segretaria esecutiva della European Climate Research Alliance, che è tra i promotori e raduna 15 enti di ricerca europei – è stato firmato oggi ‘pienamente’ da Partito Popolare Europeo, attraverso il presidente del gruppo Manfred Weber, Socialisti e Democratici, attraverso il Segretario Generale Giacomo Filibeck; dai Verdi, per il tramite della Segretaria Generale Benedetta De Marte; dalla Sinistra, con l’intervento dei capigruppo a Strasburgo Marion Aubry e Martin Schirdewan. Ed è stato firmato, in modo se vogliamo parziale ma significativo, da Renew Europe, Sandro Gozi è il presidente del Partito Democratico Europeo e uno dei tre Spitzenkandidaten del gruppo, e dai Conservatori e Riformisti Europei, Nicola Procaccini, che ha firmato per Fratelli d’Italia, è il co-capogruppo al Parlamento Europeo. Il Partito Popolare Europeo poi, grazie all’intervento del ministro Pichetto Fratin sul Csca italiano, ha dato anche il primo esito concreto all’accordo stesso”.
Conclude Antonello Pasini, coordinatore del Comitato scientifico ‘La Scienza al Voto’, all’origine del The Venice Dialogue tra scienza e politica, di cui l’Accordo pre-elettorale europeo non è che una tappa: “Volendo tracciare un bilancio, il Venice Dialogue può senz’altro proseguire: vigileremo tutti, scienziati, cittadini, giornalisti e politici, affinché il rispetto degli obiettivi scientifici e il dialogo con la comunità scientifica siano al centro delle trattative per la nuova maggioranza al Parlamento Europeo. Speriamo di aver mostrato alle famiglie politiche europee che, nonostante le divergenze sulle soluzioni, si può condividere il rispetto degli obiettivi scientifici e trovare un terreno comune a tutte nella lotta alla crisi climatica e ambientale”.