Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti, rivolge un appello al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, chiedendo un incontro urgente per poter verificare come dare finalmente attuazione al progetto invasi: “L’Italia riesce a recuperare solo l’11% dei 300 miliardi di litri di acqua che ogni anno cadono sul territorio nazionale – dichiara Prandini – Uno spreco inaccettabile in un territorio a fortissimo rischio desertificazione e con cronica carenza di acqua per i cittadini in alcune aree. Intervenire si può e si deve non solo nell’emergenza ma in maniera strutturale e strategica”. Una richiesta, quella di Coldiretti, necessaria dopo che nelle ultime 48 ore alcune imprese agricole hanno allagato i campi per salvare città come Vicenza, mentre parallelamente centri urbani, campagne, industrie vivono periodi di siccità cronica.
Coldiretti fin dal 2015 ha studiato una strategia con progetti cantierabili e operativi per realizzare invasi su tutto il territorio nazionale che mettano in sicurezza i nostri territori, con l’acqua che diventa una fonte di accumulo di energia tra le più sostenibili in assoluto. Con l’avvio del grande piano nazionale per la realizzazione da nord a sud del Paese di invasi “si difende concretamente la sovranità alimentare ed energetica dell’Italia e, nello stesso tempo, si garantisce l’acqua ad aziende agricole, imprese e cittadinanza”, sottolinea aggiungendo che: “per valorizzare la risorsa irrigua e il suo uso multiplo si punti a costruire e mettere in connessione tra loro una rete di invasi sostenibili, fatti senza uso di cemento, che assicurino acqua per i cittadini, per le coltivazioni e per la produzione di energia rinnovabile che renderà migliore l’ambiente e attiverà anche le risorse occupazionali per la manutenzione degli invasi. Inoltre – conclude – sarà fondamentale anche recuperare, tramite un’opera di manutenzione, gli invasi già presenti sul territorio. Un’azione sistematica dove il ritardo è evidente”.
La siccità, ormai diventata strutturale negli ultimi anni in Italia, ha infatti un impatto devastante sulle produzioni nazionali. Il risultato è che i danni nel 2023, tra coltivazioni e infrastrutture, hanno superato i 6 miliardi dell’anno precedente, complici anche gli altri effetti dei cambiamenti climatici, con un taglio del 10% della produzione di grano, del 60% per le ciliegie e del 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno, secondo l’analisi Coldiretti e si registrano un calo anche per il pomodoro e per la vendemmia (-12%).