Il Consiglio e il Parlamento Ue hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (Csddd), la direttiva sulla responsabilità delle imprese in materia di ambiente e diritti umani.
La decisione intende garantire che le imprese operanti nell’Unione Europea rispettino i principi della sostenibilità e prevengano o mitighino gli impatti negativi delle proprie attività sulle persone e sull’ambiente. La “due diligence” rappresenta un pacchetto di norme relativo all’approccio delle imprese, degli obiettivi da raggiungere e delle comunicazioni alle autorità, in ambito Esg.
Secondo l’accordo tra Consiglio e Parlamento, l’ambito di applicazione della direttiva comprenderà le società di grandi dimensioni con oltre 500 dipendenti e un fatturato netto a livello mondiale di oltre 150 milioni di euro. Tre anni dopo l’entrata in vigore, la direttiva si applicherà anche alle società di paesi terzi con un fatturato netto superiore a 150 milioni di euro generato all’interno dei confini Ue. La Commissione dovrà poi pubblicare un elenco di imprese di paesi terzi che rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva.
Tutti i soggetti interessati dovranno integrare la due diligence nelle loro politiche e strategie aziendali, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima e dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile; istituire e mantenere una procedura di reclamo accessibile ed efficace per le parti interessate, comprese le vittime, le organizzazioni della società civile e i sindacati; identificare, prevenire, mitigare e porre fine agli impatti effettivi o potenziali sui diritti umani e sull’ambiente; monitorare e comunicare pubblicamente l’efficacia delle loro misure di due diligence e i progressi compiuti.
Sono previste sanzioni e responsabilità civili per le imprese che non rispettano gli obblighi di due diligence.